Capitolo 2
il papà di Emma
Capitolo 2
il papà di Emma
il frammento [00:04 - 00:42]

Come già sapete, il padre di Emma faceva il capo della stazione meteorologica. Prendeva il proprio lavoro molto seriamente. A volte anche troppo seriamente. Dopotutto, non si trattava del centro spaziale di Cape Canaveral, ma solo di una piccola stazione meteorologica su un'isola remota. Però il padre di Emma non la pensava così.

Ogni mattina, compresi tutti i sabati ed escluse tutte le domeniche, faceva lentamente il giro di tutta l'area della stazione meteorologica.

il frammento [00:43 - 01:31]

Poi controllava se nei registratori c’era della carta. Tutti i «capricci» del tempo venivano registrati su quella carta con linee viola. Il giorno 28 di ogni mese la carta doveva essere tirataa fuori, messa in scatole di legno con la scritta «34-esimo parallelo» e inviata sulla terraferma.

Un’altra cosa da fare era pulire con cura i sensori della temperatura senza dimenticare l'eliografo — un oggetto sorprendente che sembrava una sfera di vetro magica. In realtà, non era una sfera magica, ma un attrezzo per studiare il sole. Comunque, somigliava veramente a una sfera magica.

il frammento [01:32 - 02:11]

Ci sono persone che mangiano subito le cose più deliziose e, solo dopo, tutto il resto. E ci sono, invece, persone che lasciano le cose più deliziose per ultime. Il padre di Emma era nel secondo gruppo.

Dopo aver esaminato i registratori, i sensori della temperatura e la sfera magica di vetro, passava alla cosa più deliziosa: il controllo dell'antenna. Era argentea come un nuovo Boeing. Ricordava davvero un aereo. Il padre di Emma amava molto quell'antenna.

il frammento [02:12 - 03:03]

Visto che gli scienziati non avevano trovato vicino all’isola nessun petrolio, l'antenna ben presto è diventata inutile ed è stata abbandonata. Ma il padre di Emma continuava a ripararla, anche dopo aver capito che non importava a nessuno. Lo faceva ancora e ancora, finché un pezzo importante dell’antenna non si è rotto. Ha scritto più volte alla terraferma chiedendo di inviare quel pezzo importante, ma gli hanno sempre risposto di no. Ogni lettera diceva che il funzionamento della stazione meteorologica era ormai finito e che lui non poteva più ricevere pezzi importanti (o alcun pezzo in generale) di ricambio. Alla fine della lettera c'era sempre scritto «Buona giornata».

il frammento [03:04 - 03:44]

E’ possibile che la giornata potesse essere buona senza quel pezzo importante? Beh, sì, ma solo se il papà lavorava nell'orto. Siccome Trentaquattresimo Parallelo non era un'isola normale, non lo era neanche l’orto.

Prima di commettere un grosso errore e sposare la madre di Emma, suo padre aveva trascorso una settimana in Indonesia con alcuni amici dell'università (non per meditare, ma per organizzare una festa prematrimoniale e solo dopo ufficializzare quell’errore). In quel momento, naturalmente, non lo sapeva.

il frammento [03:45 - 04:30]

Mentre stava lì, aveva visto come gli abitanti locali coltivavano il riso su terrazze speciali. Lo facevano perché coltivarlo in montagna in un altro modo era impossibile. Allora aveva pensato che quelle conoscenze non gli potevano servire in futuro. Ma poi si è trasferito su Trentaquattresimo Parallelo e si è innamorato delle melanzane.

Insomma, ora sulle quattro terrazze che il padre di Emma ha costruito dietro casa, crescono pomodori, cipolle (bianche e rosse), carote e patate sorprendentemente grandi (che al papà piacciono particolarmente).

E, naturalmente, le melanzane.

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