Ciao, Sergio! Ciao a tutti! Mi chiamo Giorgio e sono di Pisa — una bellissima città che si trova in Toscana. Le origini della mia famiglia, tuttavia, non sono puramente toscane. Anzi, in qualche modo potrei definirmi addirittura «un cittadino del mondo», in quanto ho la mamma americana e i nonni polacchi.

Sin da piccolo ho sempre parlato sia italiano che inglese. Infatti, ricordo che mia madre si rivolgeva a me e ai miei fratelli solamente in inglese. Ad un certo punto, però, quando abbiamo iniziato la scuola e ci siamo ritrovati a miscelare le parole italiane e inglesi rispondendo alle domande della maestra, la mamma ha deciso di parlarci solamente in italiano. Pertanto, non posso definirmi «bilingue» nel senso proprio della parola. Comunque, mi è sempre piaciuto l'inglese e ho sempre cercato di averci a che fare guardando i film in lingua originale, ascoltando tanta musica, anche imparando a memoria le canzoni dei film della «Disney».

Un'altra cosa che mi è sempre piaciuta è l'informatica. Avendo un padre che insegnava storia dell'arte e una madre insegnante d'inglese alla fine ho studiato nel liceo classico. Ma i miei sogni erano ben diversi. Quello che mi piaceva davvero era scoprire l'essenza di un qualunque apparecchio, la sua «anatomia» in qualche modo.

Infatti, sin da piccolo amavo osservare il mio nonno materno che ci veniva a trovare dall'America e mi mostrava come funzionano gli orologi. Infatti, nel tempo libero lui faceva l'orologiaio e mi sembrava un vero mago della meccanica. Ho dei ricordi abbastanza vaghi al riguardo, ma riesco a evocare l'emozione forte che mi travolgeva ogni volta che lo vedevo lavorare.

Io penso di aver «ereditato» da mio nonno questa passione per l'aspetto meccanico delle cose. Facendo il programmatore, ho bisogno di uno spirito analitico e di percepire le cose in modo logico. Ma allo stesso tempo, riesco, comunque, ad esprimere la mia creatività. La professione che faccio io l'adoro anche perché oltre a far funzionare le cose riesco anche a creare qualcosa di nuovo. E, ovviamente, anche perché con la programmazione ho anche a che fare con l'inglese che è proprio la lingua della programmazione.

A parte il lavoro, ho tanti altri interessi. Da anni gioco a «World of Warcraft» che per me non è solamente uno svago, ma più che altro un modo di comunicare con le persone che stanno dall'altra parte dello schermo. Tant'è vero che nel corso degli anni ho conosciuto tantissime persone e ho creato tante amicizie di varie nazionalità e da diversi paesi del mondo.

Un'altra mia passione sono i viaggi. Conoscete il famoso detto «sbagliando si impara»? Io dei viaggi posso dire lo stesso — «viaggiando si impara». Ma oltre ad imparare ci si confronta con i vari caratteri, con le diverse identità, usanze e anche modi di pensare. Nel corso dei miei viaggi ho imparato una marea di cose nuove. A parte questo, i viaggi procurano un senso di libertà, e pur stancandoti fisicamente — lo dico da viaggiatore attivo che preferisce addentrarsi in qualche bosco o provare … non lo so… a dormire in un igloo, piuttosto che stare sulla spiaggia senza fare niente. Pur stancandoti fisicamente i viaggi ti liberano lo spirito. Ti permettono di vedere oltre. Di sfidare i limiti. Di scorgere nuovi traguardi, è così. Insomma, ognuno di noi riesce a trovare, può trovare tante fonti di energia nascoste. E per poterle scoprire occorre fare quello che ci piace davvero. Ciao a tutti e buona fortuna!